L’Incendio di Feltre diventa spettacolo con Faoro e Russo

L'Incendio di Feltre diventa spettacolo con Faoro e Russo
L’Incendio di Feltre diventa spettacolo con Faoro e Russo

La distruzione della città fa da copione ad un nuovo esordiente spettacolo teatrale. Dal titolo “L’incendio di Feltre. Tragedia del possesso”, è la riscrittura di Roberto Faoro e Vania Russo di un’opera inedita di Giovan Battista Segato, “Paolina da Lusa o l’incendio di Feltre”. Il testo, risalente all’Ottocento, è stato scoperto da Gianmario Dal Molin ed è stato poi riadattato, con inserti fantasiosi e un leggero ammodernamento del linguaggio, per poter debuttare sul palcoscenico. Il tema è quello della distruzione della città, avvenuta nel 1510 per mano dell’esercito imperiale asburgico di Massimiliano, dopo lo schieramento di Feltre dalla parte veneziana durante la battaglia di Cambrai. Il testo teatrale ha colto diversi spunti dall’inedito di Segato, ma poi ha intrapreso un percorso a sé, fatto di personaggi e vicende talvolta inventati, talvolta arricchiti di particolari non testimoniati da attestazioni storiche, per percorrere una ricostruzione più letteraria. Uno degli aspetti forse più curiosi del ritrovamento ottocentesco, ma lasciato in secondo piano, è attestato in questo verso: «Cadde Ilion per Elena; Paolina pur non rea fu di sua Feltre la ruina». L’Elena in questione è quella dell’epopea troiana narrata da Omero. Ad essa, cui nell’Iliade è attribuita la colpa dello scoppio della guerra di Troia, Segato raffronta la Paolina feltrina. Violentata da un tedesco, punito per questo dai concittadini di lei, fu il pretesto per vendicare lo smacco subito: venne così ordinata la distruzione della città. Il motivo del possesso è visto come il movente che ha scatenato la tragedia, rappresentato dal personaggio di Paolo Argenta, il traditore di Feltre e il responsabile di questi soprusi. Tra i personaggi è presente anche il pittore soldato Lorenzo Luzzo. A questi si accostano personaggi di pura invenzione, Giovanni e Franz, che rappresentano l’anima popolare della città.

di Francesca Valente

Condividi:
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Leave A Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *