L’inquisizione: la revisione di Kamen

La leggenda nera

Henry Kamen è l’autore di uno dei saggi più noti sull’Inquisizione: The Spanish Inquisition. È il 1965 e lo storico – autorità indiscussa sulla Spagna del “Siglo de Oro” –  si impone immediatamente come fomentatore autorevole della classica “leggenda nera” che da sempre colora in tinte cupe le vicende inquisitoriali.  Nel saggio, che diventerà subito un best seller, la Suprema (nome dell’Inquisizione Spagnola) viene imbalsamata dall’abile tassidermia di Kamen nella posa di amante prosaica della crudeltà, infernale fautrice di illiberali torture, di processi sommari; accasamento di ecclesiastici cinici e perversi, di repressivo terrorismo culturale, di  roghi, di grassazione politica.

La revisione storica

Henry Kamen
Henry Kamen

Sono passati diversi anni, eppure la versione del ’65 resta nelle biblioteche di tutto il mondo, oltre che in quelle degli appassionati, come monumento alla storica verità sulle nefandezze dell’Inquisizione (soprattutto quella cattolica, appunto, spagnola).  Pochi sanno che Kamen ha totalmente sconfessato il proprio lavoro, a favore di un revisionismo che le stesse case editrici, quelle che hanno pubblicato le prime “feroci” versioni,  fanno finta di non aver letto. E fanno finta di non accorgersi dell’inattendibilità storica della versione classica anche scrittori che oggi continuano a pubblicare romanzi che propinano questa immagine da leggenda nera, con vergini immolate, scienziati e artisti perseguitati, ecclesiastici corrotti e perversi, Chiesa oscurantista (quasi sempre medievaleggiante).

Un nuovo metodo d’indagine

In 50 anni Henry Kamen ha riscritto il saggio quattro volte: la quarta edizione è uscita nel maggio 2014 irriconoscibile se confrontata a quella del 1965, perché l’autore ammette un uso parziale delle fonti e i condizionamenti legati a determinate mode culturali (correnti marxiste e sociologia dei maestri francesi, tanto in voga negli anni Sessanta); e rivaluta tutto, ammettendo che la Suprema, volta alla salvezza delle anime, non può essere interpretata al di fuori del suo tempo e che non fu mai crudele quanto i tribunali religiosi protestanti o secolari.

«Molto tempo fa, scrissi uno studio esplorativo dell’Inquisizione spagnola che divenne un best seller in dieci lingue. Grazie in parte a nuove prospettive aperte dagli studiosi, ho potuto preparare le successive edizioni, l’ultima di sedici anni fa. Il volume attuale segue lo stesso schema, ma è un lavoro sostanzialmente nuovo che si basa inevitabilmente su ricerche precedenti, ma in cui giungo a conclusioni un po ‘diverse, come il lettore vedrà» (Henry Kamen, The Spanish Inquisition. A Historical Revision, Yale University Press, London, 2014, Preface)

Dalla realtà al romanzo

Vania Russo - La trilogia dell'Inquisitore I Neracroce
Vania Russo – La trilogia dell’Inquisitore
I Neracroce

L’inquisitore prese la pergamena, la osservò, poi si alzò e si avvicinò al corpo di Niccolò Valenti, interrompendo la vestizione; gli altri lo fissavano senza intromettersi, mentre Matteo faceva pressione con le mani sul petto dell’uomo inerme e poi apriva un poco la bocca, per guardare oltre la barriera di denti e labbra. Infine studiò le narici e controllò i polpastrelli.
«Certo è parecchio strano», commentò, meditabondo, ripulendo le dita sul panno che gli aveva prontamente dato la serva.
«Perché dite?», chiese fra’ Iulio, osservando ora lui ora il defunto.
«Ho assistito diverse volte al recupero di cadaveri di gente caduta nei canali, in genere gli annegati hanno il petto gonfio dell’acqua entrata nei polmoni e una schiuma finissima alle narici e sulle labbra. Inoltre ho osservato che i corpi dei morti per annegamento al recupero sono piuttosto conservati, ma poi deperiscono rapidamente; tutte cose che qui non ravvedo».
Marco fissò la salma del padre, rivestita dopo essere stata pulita.
«Volete dire che dubitate sia morto per annegamento?»
«Non lo so… ho molti dubbi su tutta la faccenda».
Tratto da I Neracroce, secondo libro della Trilogia dell’Inquisitore, di Vania Russo

Questione di giustizia

Tribunale inquisizione
Tribunale inquisizione

La revisione storica non fa dell’Inquisizione un qualcosa di totalmente libero da negatività, come non può esserlo alcuna cosa affidata e gestita da uomini, ma la dialettica value-free di Kamen (non influenzata da giudizi di valore) diventa formula oggettiva, non ideologizzata e non più così distopica rispetto alla realtà dei fatti.

«L’Inquisizione Spagola ha una responsabilità manifesta per il suo ruolo e per i suoi atti, ma nessuna istituzione può mai essere valutata isolatamente dal contesto e dalla società che l’hanno portata all’esistenza» (Henry Kamen, The Spanish Inquisition. A Historical Revision, Yale University Press, London, 2014, p. 393)

Una scomoda ritrattazione

Streghe
Streghe

Non è stata una miracolosa “conversione sulla via di Damasco” a spingere Kamen alla sua “scomoda” ritrattazione, ma un cambio di visione scientifica, l’adozione di un metodo dialettico nuovo che non muove più da un intento di “attacco” ma di giustizia storica, documentata e non più estratta dal contesto originario per essere opportunamente moralizzata.

Forse bisognerebbe ricordare che la famigerata caccia alle streghe ha il suo culmine proprio durante il cosiddetto Illuminismo, quando autori che lo sostengono, come Thomas Hobbes, scrivono «quanto alle streghe […] esse sono giustamente punite».

Bibliografia

Henry Kamen, The Spanish Inquisition. A Historical Revision, Yale University Press, London, 2014.

Rodney Stark, False Testimonianze. Come smascherare alcuni secoli di storia anticattolica, Lindau, Torino, 2016.

Thomas Hobbes, Leviathan, Henry Regnery Company Chicago [1651] 1956, vol. 1.

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