«Il comunismo sovietico divenne poi un sistema privo di «uscite dal mondo»; un secolo di studi sulla storia sovietica pratica, materialista, scientista rende difficile accettare l’idea che nei primi anni della vita del nuovo stato dei Soviet un gruppo di uomini vicini ai vertici potesse pensare seriamente che Lenin potesse essere riportato in vita, risorgere dai morti, con il suo corpo, senza un intervento soprannaturale ma soltanto con l’attuazione radicale delle estreme possibilità delle possibilità del corpo del popolo […]. Questo sogno prenderà poi strade diverse, come la clonazione. Lo si vide già all’epoca della morte di Stalin, il piccolo padre. All’epoca della sua imbalsamazione l’uomo d’acciaio, nel 1953, il clima culturale esaltato dei «cosmisti» e dei «costruttori di dio» degli anni Venti era ormai concluso. Tuttavia fu deciso inizialmente di collocare il suo corpo imbalsamato vicino a quello di Lenin dopo che fu sottoposto alle cure dei Zbirsky. Nel 1961, il vento rinnovatore di Krusev ne causò il seppellimento ai piedi del Cremlino e Lenin, tornò ad essere l’unico padre della Rivoluzione ancora visibile. I tempi erano cambiati, i dèmoni degli anni Venti avevano lasciato spazio a scienziati più pragmatici» [Mario A. Iannaccone, I costruttori di Dio, 7 settembre 2020, Lidenbrock Blog] .

LE PREMESSE

Fëdorov
Nikolaj Fëdorov (1829–1903)

Fu la follia visionaria di Nikolaj Fëdorov (1829–1903), il «socrate moscovita», come lo definì Sergi Bulgakov, a influenzare nei gruppi intellettuali sovietici, e più in generale nella cultura russa, già alla fine dell’Ottocento, ispirando scienziati, mistici e artisti che finirono per confluire in un movimento mistico-scientifico poi chiamato Cosmismo – il nucleo segreto di una parte della classe dirigente sovietica negli anni Venti – per il quale l’uomo è, di per sé, il maggiore artefice della distruzione e della successiva ri-creazione (evoluzione) dell’Universo. Secondo Fëdorov «la morte è il male assoluto; […] la resurrezione dovrà essere operata non da Dio ma dall’Uomo, l’uomo nuovo», impossibile non individuare qui il legame ideologico con il Nazionalsocialismo tedesco, che «monterà un’altra espressione apparentemente antitetica, del medesimo processo» (Dolcetta M. Témoiage. Occultisme et communisme, autour de Lénine ete de l’Institut du cerveau, in A.A.V.V., Esotérisme ete socialisme «Politica hermetica», n-5, 1995). In realtà i semi del Cosmismo caddero sul florido terreno irrigato da una amalgama di cristianesimo ortodosso, riti cabalistici ebraici e tradizioni pagane locali, unite a fascinazioni teosofiche e occultismo. Il contrasto e il connubio tra elementi tanto diversi produsse una quantità ragguardevole di medium, veggenti e mistici, come il ben noto Rasputin (1869-1916), consigliere personale della famiglia Romanov.

DAL CAOS AL COSMO

Recentemente, di Cosmismo è tornato a parlare anche il professor Silvano Tagliagambe, filosofo, accademico ed epistemologo, il quale vede nel processo culturale, avviato anche dalla Filosofia dell’Opera Comune (1906-13) di  Fëdorov, un filone culturale che attraversa la cultura russa da secoli, ed è per questo «chiave interpretativa imprescindibile per comprenderne i tratti distintivi, un motivo conduttore che permette di ricostruire i nessi tra i diversi ambiti e livelli in cui essa si articola» (S. Tagliagambe, Dal caos al cosmo. Introduzione al cosmismo russo, p. 17). Il punto di vista di Tagliagambe è positivo, quasi incantato. Il cosmismo emerge, dalle pagine del suo saggio, quale espressione di popolo della propensione al volo, e vi pone a base «la tradizione esicastica […] dottrina e pratica ascetica diffusa tra i monaci dell’Oriente critiano  […] il cui scopo è la ricerca della pace interiore, in unione con Dio e in armonia con il creato» (Tagliagambe, p. 21). Tuttavia, da quelle origini cristiane, Fëdorov ottenne che la religione era un forma di preghiera «per il ritorno alla vita di tutti i defunti», un ritorno alla vita che prevedeva l’utilizzo di archeologia, museologia, astronomia e biologia per ricostruire i corpi degli Antenati. La grande colpa della religione cattolica era, per il filosofo, la contemplazione del Mistero e la negazione della «attività creatrice dell’Uomo», insomma, la presenza di Dio come centro di Salvezza. La Morte naturale e la resurrezione soprannaturale erano inganni cattolici, Cristo avrebbe dato un esempio, sarebbe stato un precursore all’azione umana, alla vera resurrezione dell’intero cosmo che doveva dipendere esclusivamente dall’uomo. Ovviamente, la rinascita di tanti esseri umani avrebbe sovraffollato la Terra, da qui la necessità di colonizzare altri pianeti (e anche la pratica della castità assoluta, per evitare nuove nascite). Raggiunta l’immortalità per il genere umano, sarebbe stato necessario costruire la «Cattedrale Celeste», un insieme grandioso di astronavi prodotte grazie all’utilizzo di alta architettura e astronomia. Ogni astronave avrebbe risposto a un «cervello locale», mentre l’insieme sarebbe stato gestito da un’Intelligenza frutto dell’Unione.

L’INFLUENZA DECISIVA DEL COSMISMO

Fëdorov influenzò molti intellettuali con le sue idee, di certo Aleksandr Malinovsky (Bogdanov, 1873-1928), Maksim Gorkij (1868-1936), Anatoly Lunacharsky (1875-1933), Andrei Platonov (1899-1951), Nikolay Setnisky (1888-1937), molti di loro spesso affascinanti attivamente dalla Teosofia di Helena P. Blavatskij. Andrej Platonov (1899-1951) scrisse il romanzo Kotlovan (1930), nel quale si intravedono con chiarezza i tratti tipici del Cosmismo e della resurrezione dei defunti: «il marxismo può fare tutto e la salma di Lenin, che riposa intatta a Mosca, risorgerà non appena la scienza umana le permetterà di farlo». Tuttavia, il più fervido discepolo di  Fëdorov fu lo scienziato Konstantin Tzjolkovskij (1857 -1935, le cui idee, scritte in più di quattrocento saggi scientifici e filosofici, vennero accolte con appassionato entusiasmo dai filoni del bolscevismo, soprattutto per l’espressione di una cieca fede progresso tecnologico e nell’autodeterminazione dell’essere umano (proletariato).

Vedi: Nikolaj Fëdorov: il comunismo magico dei cosmisti

Bibliografia

  • Tagliagambe Silvani, Dal caos al cosmo. Introduzione al cosmismo russo, Sandro Teti Editore, Roma, 2021.
  • Hagemeister G. M. Russian cosmism in the 1920’s and today in Glatzes Rosenthal B.
  • Glatzes Rosenthal B Political implications of the Early twentieth-century occult revival in Glatzes Rosenthal B.
  • Fumagalli N., Cultura politica e cultura esoterica nella sinistra russa (188-1917), Barbarossa, Cusano Milanino 1994.
  • Scherrer J., La ricerca filosofio-religiosa in Russia agli inizi del XX secolo, «Storia della Letteratura Russa», III, 1.
  • Vanchu A.J. Technology and esoteric cosmology in early soviet literature in Glatzes Rosenthal B.
  • Dimitri F., Comunismo magico, Castelvecchi, Bologna 2004.
  • Young, M. Russian Cosmism in the 1920’ and today in Glatzes Rosenthal B., cur., The occult in russian ad soviet cultur, Cornell U.P., Ithaca NY.
  • Young G.M. Fedorov’s transformation of the occult in Glatzes Rosenthal B.
  • Ferrari A. Resurrezione e rivoluzione nella cultura russa, «Quaderni di Avallon» n-17 (1988).
  • Dolcetta M. Témoiage. Occultisme et communisme, autour de Lénine ete de l’Institut du cerveau, in A.A.V.V., Esotérisme ete socialisme «Politica hermetica», n-5 (1995).
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