Cosa diventerà la Natura — che nel suo stato attuale di incoscienza è una forza che procrea e uccide — quando raggiungerà la coscienza, se non una forza che restaurerà tutto quello che ha distrutto nella sua cecità?

N.F. Fedorov

Nikolaj Fëdorov (1829–1903), il «socrate moscovita», come lo definì Sergi Bulgakov, mirava a superare la morte attraverso la resurrezione degli antenati e all’attuazione di un progetto radicale di salvezza universale, mendiate la trascendenza cosmica e la ri-creazione della realtà, non prima della sua completa distruzione. Il pensiero mistico e materialista (in sé un paradosso) di Fëdorov «influenzò Dostojewsky, Tolstoy e Soloviev e poi – ricevendone una maggiore coerenza ideologica – Majalkowsky, Gorky, Lenin e altri personaggi dell’entourage di quest’ultimo, forse lo stesso Stalin» (M. A. Iannaccone, Il cervello di Lenin e il cosmismo: arte della negromanzia, Ass. Cultutrale Lidenbrock).

Il Cosmismo

USSR cosmonauts

La follia visionaria di Fëdorov, in effetti, penetrò nei gruppi intellettuali sovietici, e più in generale nella cultura russa, già alla fine dell’Ottocento, ispirando scienziati, mistici e artisti che finirono per confluire in un movimento mistico-scientifico poi chiamato Cosmismo – il nucleo segreto di una parte della classe dirigente sovietica negli anni Venti – per il quale l’uomo è, di per sé, il maggiore artefice della distruzione e della successiva ri-creazione (evoluzione) dell’Universo. Come riporta nei suoi studi lo studioso M. A. Iannaccone, secondo Fëdorov «la morte è il male assoluto; […] la resurrezione dovrà essere operata non da Dio ma dall’Uomo, l’uomo nuovo», impossibile non individuare qui il legame ideologico con il Nazionalsocialismo tedesco, che «monterà un’altra espressione apparentemente antitetica, del medesimo processo» (Dolcetta M. Témoiage. Occultisme et communisme, autour de Lénine ete de l’Institut du cerveau, in A.A.V.V., Esotérisme ete socialisme «Politica hermetica», n-5, 1995 in Iannaccone, op. cit). In realtà i semi del Cosmismo caddero sul florido terreno irrigato da una amalgama di cristianesimo ortodosso, riti cabalistici ebraici e tradizioni pagane locali, unite a fascinazioni teosofiche e occultismo. Il contrasto e il connubio tra elementi tanto diversi produsse una quantità ragguardevole di medium, veggenti e mistici, come il ben noto Rasputin (1869-1916), consigliere personale della famiglia Romanov.

Il grande Progetto collettivo

Nikolaj Fëdorovič Fëdorov

La stravagante scienza alternativa di Fëdorov contemplava, dunque, la sconfitta della Morte mediante una resurrezione controllata dall’uomo e il dominio sui fenomeni atmosferici. Un culto mistico su premesse scientifiche che affascinò la Russia iper materialista, in virtù della sua capacità di giustificare le pratiche mistiche con dei presupposti razionali. Nell’opera di Fëdorov La Filosofia dell’Opera Comune (1906-13) spicca il centro del suo pensiero: l’uomo deve divinizzarsi affrancandosi dallo stato di creatura soggetta alle forze della natura (e vittima dell’entropia dissolutrice), per assurgere a quello di Entità che controlla, per mezzo di una ferrea razionalità assolutrice, ogni evento cosmico, allo scopo di bandire per sempre la Morte, la vera causa del male, il «crimine» che accompagna gli esseri umani fin dalla loro comparsa sulla Terra. Tutti gli esseri viventi devono collaborare: «il compito è quello di restituire la vita ai morti». Alla luce di questi presupposti, ecco che il «compito comune» di ogni essere umano conduce all’Unione nel «Grande Progetto collettivo», regolamentando l’entropia incosciente per trasformarla in ordine cosciente, arrivando così all’immortalità per i viventi e per coloro che sono già morti i quali torneranno a vivere in virtù di una resurrezione che è «la trasformazione dell’universo — dal caos verso il quale si sta muovendo — nel cosmo, in una grandezza di incorruttibilità e indistruttibilità».

Tutto il mondo, i processi meteorologici, tellurici e cosmici, ricadranno sotto la responsabilità dell’uomo, e la natura sarà il suo lavoro. L’uomo è spinto verso quest’obiettivo dalla fame, dalle malattie e da altre calamità, in modo che ogni volta che ritarda ad espandere l’area di applicazione del lavoro, la portata dei disastri si amplia. Così la natura punisce l’uomo con la morte per la sua ignoranza e la sua pigrizia, e lo spinge ad espandere sempre di più la sua attività lavorativa.”

La resurrezione dell’uomo per mano dell’uomo

Per il filosofo russo, la religione era un forma di preghiera «per il ritorno alla vita di tutti i defunti», un ritorno alla vita che prevedeva l’utilizzo di archeologia, museologia, astronomia e biologia per ricostruire i corpi degli Antenati. La grande colpa della religione cattolica era per Fëdorov la contemplazione del Mistero e la negazione della «attività creatrice dell’Uomo», insomma, la presenza di Dio come centro di Salvezza. La Morte naturale e la resurrezione soprannaturale erano inganni cattolici, Cristo avrebbe dato un esempio, sarebbe stato un precursore all’azione umana, alla vera resurrezione dell’intero cosmo che doveva dipendere esclusivamente dall’uomo. Ovviamente, la rinascita di tanti esseri umani avrebbe sovraffollato la Terra, da qui la necessità di colonizzare altri pianeti (e anche la pratica della castità assoluta, per evitare nuove nascite). Raggiunta l’immortalità per il genere umano, sarebbe stato necessario costruire la «Cattedrale Celeste», un insieme grandioso di astronavi prodotte grazie all’utilizzo di alta architettura e astronomia. Ogni astronave avrebbe risposto a un «cervello locale», mentre l’insieme sarebbe stato gestito da un’Intelligenza frutto dell’Unione.

Discepoli illustri del Cosmismo

Kotlovan

Come detto, Fëdorov influenzò molti intellettuali con le sue idee, di certo Aleksandr Malinovsky (Bogdanov, 1873-1928), Maksim Gorkij (1868-1936), Anatoly Lunacharsky (1875-1933), Andrei Platonov (1899-1951), Nikolay Setnisky (1888-1937), molti di loro spesso affascinanti attivamente dalla Teosofia di Helena P. Blavatskij. Andrej Platonov (1899-1951) scrisse il romanzo Kotlovan (1930), nel quale si intravedono con chiarezza i tratti tipici del Cosmismo e della resurrezione dei defunti: «il marxismo può fare tutto e la salma di Lenin, che riposa intatta a Mosca, risorgerà non appena la scienza umana le permetterà di farlo». Tuttavia, il più fervido discepolo di  Fëdorov fu lo scienziato Konstantin Tzjolkovskij (1857 -1935, le cui idee, scritte in più di quattrocento saggi scientifici e filosofici, vennero accolte con appassionato entusiasmo dai filoni del bolscevismo, soprattutto per l’espressione di una cieca fede progresso tecnologico e nell’autodeterminazione dell’essere umano (proletariato).

Continua…

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Bibliografia

  • Luciano Pellicani, Lenin e Hitler. I due volti del totalitarismo, Rubettino, 2009.
  • Francesco Dimitri, Comunismo magico, Castelvecchi, 2004.
  • Eliphas Lévi, Dogma e Rituale dell’alta magia, 1856.
  • M. A. Iannaccone, Comunismo Magico: video intervista.
  • M. A. Iannaccone, Il cervello di Lenin e il cosmismo: arte della negromanzia, Ass. Cultutrale Lidenbrock.
  • George M. Young, I cosmisti russi. Il futurismo esoterico di Nikolaj Fedorov e dei suoi seguaci , Tre Editori, 2017.
  • Dolcetta M. Témoiage. Occultisme et communisme, autour de Lénine ete de l’Institut du cerveau, in A.A.V.V., Esotérisme ete socialisme «Politica hermetica», n-5, 1995.
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