Il New Adult – che qualcuno abbrevia con NA in linea con il più noto YA (Young Adult) – è un genere letterario generato negli ultimi anni da varie mode culturali nate, ovviamente, negli USA.
Target commerciale 17-30 anni. Identità in crisi, erotismo più o meno marcato, razzismo, bullismo, dipendenze di ogni tipo, violenza sessuale, beghe familiari, anime cupe, sguardi privi di speranza, ambienti aggressivi e situazioni al limite dell’umano sono alcune delle peculiarità più comuni dei romanzi del genere NA, che possono svilupparsi in ambiente urbano, fantasy, rosa etc.
Qualcuno definisce il New Adult: quel mostro fatto di sesso e pessima scrittura nato dal ventre delle famigerate Sfumature, nonché involuzione del sorpassato YA, che, aggiungiamo noi, ha accalappiato la generazione dei Twilight forever. [Sangue di inchiostro, blog letterario]
Facendo un giro, anche superficiale, fra le attuali proposte editoriali auto-prodotte su piattaforme come Amazon – ma anche tra i titoli proposti dalle case editrici – ci rendiamo conto che è un genere dominante. Storie cupe, incresciose, senza speranza, dove i protagonisti sono perennemente vittima di una incurabile depressione sociale, senza scampo, legati a una visione del sesso che talvolta diventa compulsione al limite del patologico, vicende dove l’istinto predomina, la dignità non è proprio prevista e l’etica morale è una specie di peccato capitale.
Si propone come un genere dedicato a una fascia di utenti, con un suo target, ma ben vedere è un misto tra romance e soft-porn. Un vero e proprio nuovo ambito di sviluppo commerciale dell’editoria contemporanea, evidentemente in crisi, come qualità di produzione, direttamente collegato alla stanza proibita di Cinquanta sfumature di grigio.
Sì, perché il New Adult è una creatura di quel marketing americano capace di aggiornarsi continuamente, in questo caso per sfruttare il fenomeno dei lettori adolescenti quelli che qualche tempo fa salvavano i bilanci delle aziende editoriali e ora stanno invecchiando. L’editoria – in perenne crisi di contenuti, fintamente dissidente, occultamente conformista – approda dunque al New Adult come a una possibile soluzione, a mali estremi estremi rimedi.
È letteratura che fa cultura? In qualche caso sporadico forse sì. Ma mentre nel YA il livello qualitativo può variare dalla banalità di Lauren Kate alla bravura di John Green [blog citato], qui siamo in presenza di storie che vivono di stereotipi, qualitativamente malate, incerte, con dinamiche di trama sempre simili.
È giusto leggere libri di livello culturale e qualitativo basso?
Ognuno può scegliere di leggere quello che vuole, così come può decidere di mangiare ciò che lo soddisfa di più. A ogni comportamento seguono delle conseguenze. L’educazione alla lettura è importante, come qualunque altra scelta di vita sana.
I nuovi generi che spopolano, grazie anche alla sovrabbondante produzione di autori che si auto pubblicano privilegiando la moda del momento, sono quasi sempre frutto di ragionamenti commerciali, come dire, scritti con il ventre, più che con il cuore.
Ovviamente esiste anche il NA più impegnato. Ma L’editoria guarda già oltre, l’«Huffington Post» parla di Mid Adult, con tanto di targhetta con età consigliata (come i giochi per bambini) 35+
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