Per Faxneld, classe 1978, è docente in Storia delle religioni, specializzato nello studio dell’esoterismo occidentale, nelle nuove religioni e nella “spiritualità alternativa”, sempre più divulgata e apprezzata, soprattutto in ambito femminista, ma non solo. Gli studi di Faxneld pongono un’enfasi particolare sul come le correnti della nuova spiritualità, più o meno sotterranee, si formino e si sviluppino in simbiosi con i processi di modernizzazione (e secolarizzazione). Questo il punto di vista con il quale approccia anche le questioni della globalizzazione, del genere, del rapporto fra esoterismo occidentale arte e letteratura.

SATANA LIBERATORE

La nuova simbologia

Faxneld si è fatto notare con il saggio Satanic Feminism: Lucifer as the Liberator of Woman in Nineteenth-Century Culture (Femminismo satanico, 2017), premiato, in ambito accademico, con il Donner Institute Prize for Eminent Research on Religion, una sorta di Premio Nobel nordico che dal 2010 attribuisce un riconoscimento ufficiale a ricerche meritevoli nel campo della religione. Il saggio esamina il fenomeno del femminismo anticlericale, concentrandosi, in particolare, sul periodo che va dal 1880 al 1930, stagione di maggiore visibilità del fenomeno, quando, in modo per niente timido, le «madri» dei movimenti femministi proponevano Satana come simbolo del rifiuto dei tratti patriarcali del cristianesimo. Nel suo saggio, Faxneld rimarca come queste, a volte involontarie, iniziatrici abbiano propugnato, soprattutto sotto l’influsso della teosofia, dettami di nuove forme di spiritualità o, di contro, di una radicale antireligiosità, e istanze sovvertitrici e moralmente nomadi volte a inculturare la società con forme definitive di opposizione alla tradizione patriarcale, apertamente declamate poi nei moti femministi degli anni Sessanta e Settanta, e non di meno negli attuali filoni social delle “Non una di meno”.

LA NUOVA MITOLOGIA

La riscrittura dei testi

Sia ben chiaro, l’autore ci tiene a specificare che «[…] La nozione di donna come complice del Diavolo è prominente in tutta la storia cristiana ed è stata usata per legittimare la subordinazione di mogli e figlie», e che «[…] Nel diciannovesimo secolo, le donne ribelli eseguirono contro-letture di questa tradizione misogina», mediante le quali Lucifero venne «riconcettualizzato» come un liberatore femminista ed Eva divenne, di contro, un’eroina. Faxneld specifica che «In queste rivisitazioni, Satana è un alleato nella lotta contro un patriarcato tirannico sostenuto da Dio Padre e dai suoi sacerdoti maschi», e cita numerosi scritti e fonti, rintracciando queste idee nella propaganda femminista dell’Otto-Novecento: autobiografie, opuscoli, articoli di giornale, dipinti, sculture; ma anche gioielli e vestiti. Una sorta di «revisionismo femminista» volto a fare di Satana il «fondatore del genere femminile», suo protettore e divinità, non di rado, androgina.

ALIMENTARE UNA NUOVA PERCEZIONE DELLA REALTÀ

La mitologia femminista

Le opere, soprattutto artistiche e letterarie (a largo spettro), di queste donne (iniziatrici o meno), del femminismo, non vanno intese, secondo Faxneld, come mere rappresentazioni del sentimento di un’epoca, bensì come strumenti per rendere accessibili nuovi codici interpretativi, proponendo decodificazioni culturalmente sovversive e rivoluzionarie, allo scopo di modificare la percezione della realtà per favorire una destrutturazione dei valori patriarcali a beneficio di un nuovo assetto sociale, lontano dal primato cristiano e incentrato sul concetto di «liberazione satanica». In tale percorso andò a incardinarsi, alimentandosi e alimentando, anche il Romanticismo (così come il Socialismo successivo), che guardava a Satana come alla massima espressione possibile della libertà individuale (libertà culminante nella ribellione nei confronti di un potere religioso e morale ritenuto coercitivo e, dunque, illegittimo, facente quasi sempre capo alla Chiesa), soprattutto in virtù della sua disobbedienza a Dio «[…] il satanismo romantico e i suoi successori (compresi i socialisti atei che attaccano l’influenza della Chiesa impiegando argomentazioni sataniche) giocano un ruolo cruciale nella storia religiosa dell’Europa occidentale». E del movimento femminista.

LA BIBBIA DELLE DONNE

Rifondare la creazione

Il femminismo di quegli anni pose le basi per la contro-mitologia tipica anche dell’attuale movimento (movimenti) femminista, imponendo, fin da allora, nuovi paradigmi di validità mediante una riscrittura dei testi. Come non considerare The Woman’s Bible della suffragetta Elizabeth Cady Stanton (1815-1902); opera scritta a partire dal 1895, insieme a un comitato di ventisei donne, nel tentativo di riformulare le basi della tradizione cristiana in favore di una lettura al femminile che estirpasse i prodromi della subordinazione della donna all’uomo imposta dal cristianesimo, e affrancasse le donne dalla «sfera ordinata dal divino come stabilito nell’Antico e Nuovo Testamento» (Woodyard, Kerith Megan).

POTERE E FEDE

Riformulare il “sacro”

Per poter dare «maggiore potere» alle loro argomentazioni femministe, le donne impegnate nella lotta dovevano necessariamente «rifondare» la società e la cultura, affinché fosse chiaro, partendo dai miti fondanti, dai miti della creazione, dai miti eziologici che il genere femminile era «il ventre dell’umano»; era, rispetto a quello maschile, per sua natura dominatore e soverchiante, naturale e sacro: «[…] maggiore è il potere [agency] delle donne e maggiore sarà il controllo che le donne avranno sulla creazione e l’interpretazione dei simboli. In alcuni casi, l’agire delle donne può diventare abbastanza forte da sopraffare la donna simbolica oppressa, consentendo la creazione di simboli ginocentrici, miti e rituali che trasformano l’immagine della donna e che aumentano il potere delle donne» (Susan Starr Sered, 2009).

L’INTRECCIO CON ALTRI MOVIMENTI RADICALI

Semi letterari

L’adesione al mito del «Lucifero liberatore» emerge, dunque, dalle opere letterarie romantiche, penetra i regni della poesia e della prosa, ma anche della politica e del costume in senso più ampio. E pervade il femminismo fin dall’Ottocento. La ribellione contro Dio si trasforma nella manifestazione spirituale della ribellione contro l’autorità maschile, e la rivalutazione simbolica di Satana diviene un elemento comune nella riscrittura dei miti fondativi. Guarda caso, sono proprio William Godwin (1756-1836), padre dell’anarchismo, e Mary Wollstonecraft (1759-1797), madre del femminismo, a richiamarne l’appello sovversivo : «[Lucifero] si ribellò contro il suo creatore? Ciò fu, come lui stesso ci informa, perché non vedeva una ragione sufficiente per quell’estrema disuguaglianza di rango e potere che il creatore assumeva» (Godwin, 1797). Non per niente i due furono i genitori di Mary Shelley (1797-1851), autrice a soli diciannove anni di uno dei romanzi gotici più famosi di sempre, Frankenstein, simbolo dell’uomo prometeico, e moglie a sua volta di Percy Bysshe Shelley (1792-1822), poeta profondamente immerso nel romanticismo dalle tinte sataniche.

UN INTRECCIO STORICO

Il sommo emancipatore

Per Faxneld afferma che il femminismo satanico si intrecciò, inevitabilmente, con altri ambiti radicali: importanti correnti anticlericali di sinistra, ma anche correnti artistiche ed esoteriche, tutti ambiti in cui Lucifero, il ribelle per eccellenza all’ordine di Dio, assurse al rango di «sommo emancipatore» e si manifestò in un nuovo ordine sociale, in cui simboli, miti e valori dovevano essere del tutto rifondati e «flirtare con il demoniaco» divenne, già da allora, una «normale forma di indipendenza».

Bibliografia

  • Woodyard, Kerith Megan, Feminist prophecy in the American radical tradition: Elizabeth Cady Stanton’s “The Woman’s Bible”, su search.proquest.com.
  • Susan A. Manning, Ecstasy and the Demon: Feminism and Nationalism in the Dancers of Mary Wigman, Berkeley: University of California Press, 1993.
  • Susan Starr Sered, Woman as Symbol and Women as Agents: Gendered Religious Discourses and Prectice, in Pamela Klassen, Women and Religion: Critical Concepts in Religious Studies, Routledge, London, 2009.
  • William Godwin, The Enquirer: Reflections on Education, Manners, and Literature, London, G.G.&J. Robinson, 1797.
  • Per Faxneld, The Devil’s Party: Satanism in Modernity, Oxford University Press, 2012.
  • Per Faxneld, Satanic Feminism: Lucifer as the Liberator of Woman in Nineteenth-Century Culture, Oxford University Press, 2017.
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