Il mazziniano e fratello massone Carlo Lorenzini, noto con lo pseudonimo di Carlo Collodi, nella sua opera Le avventure di Pinocchio, propone ai giovinetti, agli “ulivelli”, a coloro che ancora non hanno l’età per essere iniziati “apprendisti”, un percorso iniziatico che, pur nella sua essenziale ed autentica verità esoterica, viene rivestito con il “fabuloso” exoterico, dove tutto diventa simbolo: significato che conduce o può condurre ad ulteriori significati.
[Alberto Galoppini]

L’esoterismo è, generalmente, legato alla segretezza, quasi sempre mediante un linguaggio pressoché simbolico, riconoscibile e interpretabile da pochi eletti. È possibile definirlo come un esercizio di potere da parte di coloro che partecipano di determinate cerchie alle quali approdano mendiate percorsi iniziatici. L’esoterismo non è una disciplina, bensì un universo di ambiti e settori di studi, nei quali è possibile collocarlo (Mauro Ruggiero, Le muse Ermetiche, Prefazione), perché in tutto può esservi una «misteriosa interiorità» (esoterismo deriva dal greco antico esoteros e significa interiore) specie in quelle discipline che si pongono al di là di interpretazioni ordinarie della realtà preferendo percorsi spesso criptici, addirittura folclorici, magici, occulti e via dicendo.

Esoterismo e illuminazione

L’esoterismo non è uno, è molteplice e di frequente ha assunto la forma di una spasmodica ricerca di «vie di espressione ancora inesplorate», cioè ignote e quindi legate alla «bramosia dell’ignoto», un modo educato per indicare quella tendenza, quasi mai lecita, di superare i confini della materialità per arrivare alla piena consapevolezza del proprio Io – o super io – perché è all’interno di se stesso che l’iniziato deve trovare la Ragione, la suprema Fiamma Divina della Verità. Molto spesso il percorso iniziatico ed esoterico è anche gnostico, ovvero attinente alla Conoscenza. L’esoterismo, infatti, è anche «concezione propria di alcune sette religiose (teosofia, gnosticismo, ecc…) secondo la quale la verità non è raggiungibile per via di ricerca, ma viene rivelata, sciogliendola dai misteri che la circondano, soltanto a pochi iniziati» (Battaglia, in Le muse ermetiche, op. cit., capitolo I, versione digitale).

Scritti esoterici

Carlo Collodi

Tra gli autori italiani che di certo conobbero e praticarono in qualche modo scienze esoteriche e condivisero una visione esoterica della letteratura ci furono Luigi Capuana, Luigi Pirandello, Antonio Fogazzaro, Giovanni Pascoli, ma anche Carlo Collodi (1826-1890), la cui iniziazione è documentata e legata all’appartenenza a logge massoniche. Secondo diversi studiosi, Le avventure di Pinocchio (1883) di Collodi (al secolo Carlo Lorenzini) sarebbe il racconto di un percorso iniziatico e non una favola per bambini. Marcello Carosi, per esempio, individua nel passaggio dal corpo di legno all’anima senziente e poi all’anima cosciente, attraverso la purificazione, un percorso iniziatico che condurrebbe alla conoscenza dell’Io interiore (Carosi, Pinocchio. Un messaggio iniziatico, edizione digitale). In ottica esoterica, e dunque simbolica e occulta, il nome Pinocchio potrebbe essere ricondotto al «terzo occhio: pin-occhio (occhio–pineale)». La materialità del corpo di legno – il sé inferiore privo di coscienza – prende vita superando, con varie prove iniziatiche, il suo stato, per trasformarsi in nuova vita – il sé superiore.

Un Pinocchio occulto?

Un simile linguaggio, una tale ricerca simbolica e il ricorso di Collodi ad archetipi e significati occulti possono essere considerati un caso e un’interpretazione forzata? Sicuramente lo scrittore fu un massone, come confermano diverse fonti, fra cui quelle pubblicate sulle pagine della rivista di studi esoterici L’Acacia (ottobre, 2002) curata dalla Serenissima Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano, qui scopriamo che nella narrazione fiabesca di Pinocchio «sono presenti tutti i simboli della trasformazione, che vengono recepiti in maniera totalmente diversa a seconda che il lettore sia un bambino o un adulto». Come il profano si trasforma in massone, così Pinocchio il burattino si trasforma in bambino vero, raggiungendo un nuovo stato di coscienza.

Personaggi e archetipi

Fra tutti i personaggi della storia, anche i più oscuri e inquietanti, come Stromboli (Mangiafuoco), spicca la costernante Fata che si trasforma assumendo diverse forme, spesso in contrapposizione fra loro: bambina dai capelli turchini-vecchia malata, madre amorosa-spettatrice dei giochi circensi, e perfino capretta. La sua ambiguità si manifesta soprattutto nei confronti di Pinocchio del quale è ora complice ora antagonista, ma anche dominatrice (quasi con richiami sessuali) che salva Pinocchio, per poi punirlo con crudeltà, addirittura iniziandolo all’idea della morte. La Fata non è buona, è bene e male, in un dualismo fortemente enigmatico e in un continuo rovesciamento dei valori, che assumono valenze nuove, rispetto all’inizio, in virtù della rivelazione iniziatica.
«I personaggi principali della fiaba di Pinocchio, intesa come un sogno di Collodi, corrispondono allo schema della quattro personalità, o quattro funzioni che ognuno di noi porta con sé. Di queste personalità tre sono più o meno nel campo della coscienza e appartengono allo stesso sesso del sognatore, mentre la quarta è di sesso opposto ed è immersa completamente nell’inconscio», alla luce di questa chiave interpretativa si può dunque dedurre che «Il nucleo centrale della fiaba, per come già detto, ruota attorno a Geppetto, Pinocchio, Grillo Parlante e Fata, un Quaternario (cerchio alchemico) di tre maschi ed una femmina […]» in cui la Fata azzurra è la Funzione Inconscia che rappresenta i veri sentimenti di Collodi.

Doppia chiave di lettura

La chiave di lettura scoperta di Pinocchio sembra essere quella che racconta la storia di un burattino che diventa bambino perché impara a comportarsi bene evitando i pericoli della vita; quella nascosta – occulta ed esoterica –  è intessuta di simboli, alchimie e archetipi e si rivolge agli iniziati, cui ricorda l’esistenza di un Demiurgo (Geppetto) «dio minore» che crea esseri imperfetti (Pinocchio), e che comprende che solo attraverso il Grande Architetto (la Fata ne è un emissario) può avvenire la trasformazione della materia da inanimata ad animata, in termini esoterici l’illuminazione. Nel mondo massonico-esoterico in cui Collodi ambienta la sua favola, la Salvezza e la Grazia non giungono da Dio (creatore imperfetto), ma dall’autocoscienza che si risveglia solo mediante un percorso interiore-alchemico volto alla conoscenza (il primo passo per Pinocchio è l’andare a scuola). E gli asinelli del paese dei balocchi, dunque, non sono che i profani, i non iniziati, i non illuminati.
L’innocenza, nel mondo collodiano, non è la virtù dei senza colpa, ma l’inesperienza di colui che
non nuoce solo perché privo della conoscenza. La consapevolezza del male diviene via essenziale per eliminare un’innocenza incapace e ignorante, e ottenere l’illuminazione, che in se stessa è l’insieme del bene e del male, di ciò che è negativo e di ciò che è positivo. Pinocchio non deve preservare l’innocenza, ma superarla, diventando conscio del male.  Il burattino deve discendere negli abissi per poi risalire e trasformarsi. Deve conoscere la morte e rinascere.

Collodi massone

Quanto all’appartenenza di Collodi alla massoneria «pur non comprovata da alcun documento ufficiale, è universalmente riconosciuta e i riferimenti in tal senso sono numerosissimi». Non ultima la fondazione nel 1848, da parte dello stesso Lorenzini, di un periodico liberale intitolato Il Lampione, che, a sua detta, doveva «far lume a chi brancolava nelle tenebre». Una curiosità, nella prima versione della storia, dal titolo Storia di un burattino, Pinocchio finiva morto impiccato a una grande quercia.

Bibliografia

  • Marcello Carosi, Pinocchio. Un messaggio iniziatico, Edizioni Mediterranee, 2001.
  • Mauro Ruggiero, Le muse ermetiche. Esoterismo e occultismo nella letteratura italiana fra fin de siècle e avanguardia, Jouvence, 2019.
  • L’Acacia. Rivista di studi esoterici, n. 3 ottobre-dicembre 2002.
  • Giorgio Di Rienzo, Pinocchi, i mille volti di un eroe inafferrabile, dal Corriere della Sera.
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1 Comment

  1. antonio 15 Marzo 2022 at 12:24

    Che Dio sia un “creatore imperfetto” per la massoneria, fa comprendere come questa abbia una visione distorta della via della salvezza o illuminazione. A questo punto la Bibbia diventa un libro di favole? “…Dio vide che era cosa buona…” osservando la sua creazione.

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