La lista di Kremsmünster

Kremsmünster è un’abbazia cattolica benedettina, fondata nel 777 dal duca di Baviera Tassilone III. Si trova nell’Alta Austria. Nell’aprile del 1941, il complesso monastico viene requisito da Ernst Kaltenbrunner (1903-1946), alto gerarca nazionalsocialista austriaco, capo supremo dell’RSHA, l’Ufficio centrale per la sicurezza del Reich.

Custodia per opere d’arte e documenti segreti

Ernst Kaltenbrunner

I nazisti cacciano gli abitanti del complesso benedettino e prendono possesso dell’intero patrimonio artistico e documentale, tra cui la biblioteca con 160mila volumi e l’osservatorio astronomico più antico di tutta l’Europa.

In pochi anni, Kaltenbrunner concentra qui le opere d’arte rubate in Olanda, Belgio, Francia e altri paesi occupati, destinate all’allestimento del Museo del Fuhrer. Ma manoscritti e opere d’arte non sono la sola preoccupazione dei nazisti, poiché l’abbazia viene usata anche come “cassaforte” per documenti ritenuti “riservatissimi”.

Il giornalista-spia

Quando il 5 maggio 1945 gli Alleati giungono a Kremsmünster, scoprono che prima di fuggire i nazisti hanno dato alle fiamme decine e decine di documenti, dossier scottanti, lettere classificate come segretissime.

Alfons Dalma
Alfons Dalma

Ciò che resta del “prezioso” carteggio finisce nella mani di Alfons Dalma (1909-1999), giornalista del “Salzburger Nachrichten”. Il vero nome di Dalma è in realtà Stjepan Tomicic, ha un profilo da spia croata, e pare sia un trasformista politico, capace di andare abilmente da destra a sinistra in base alle esigenze degli editori. La lista di Kremsmünster che entra in suo possesso contiene anche le lettere di Mussolini ai Capi di Stato europei e al presidente americano Roosevelt.

Dalla realtà al romanzo

la Chiave di Auberon

Lidia aveva compreso da tempo che se voleva violare quel regime sociale per soli uomini, e imporsi all’attenzione del mondo accademico, aveva bisogno di fondi e quelli dovevano arrivare da qualcuno interessato alle sue capacità di archeologa e archivista: dovevano arrivare dai tedeschi giunti a Precenicco per trovare tutti i documenti legati alla misteriosa famiglia veneziana dei Valenti. Loro bramavano scovare qualunque reperto – documentale o manufatto – collegato a quella linea di sangue; il perché le era ancora oscuro. La caparbietà del loro capo, Carl Brandt, era ossessiva, quasi si trattasse di una questione di vita o di morte. I Valenti avevano un passato tragico e pressoché impenetrabile: intrighi, inquisitori, morti sospette e infine la sparizione nel nulla degli ultimi membri della famiglia. Carl Brandt e la sua truppa di nazisti agivano in merito come se fossero i più assidui promotori di una specie di misticismo culturale nazista, qualcosa che Lidia non riusciva a comprendere […]. Quale che fosse il loro scopo, i tedeschi volevano i Valenti e lei li avrebbe accontentati.

[Tratto da: La Chiave di Auberon di Vania Russo – Trilogia dell’Inquisitore]

Una storia incompiuta

Le ceneri di Kremsmünster

Nessuno sa come documenti di tale importanza siano finiti nelle mani dei tedeschi per essere archiviati nel monastero austriaco. Senza dubbio uno studio approfondito del carteggio potrebbe cambiare il racconto storico ufficiale, aggiungendo dettagli alla politica italiana di quegli anni, dettagli che al momento possiamo solo intuire dall’elenco delle “segretissime carte” della lista di Kremsmünster.

Per approfondire: Roberto Festorazzi in diplomazia segreta, Storia, n. 160, 2019.

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